Gigi Buffon, figuraccia per le parole sull’Iran: pioggia di critiche, le frasi incriminate

Gigi Buffon è stato duramente criticato per le parole che ha speso sull’Iran dopo la sorprendente vittoria di oggi: cosa è successo?

Questa mattina si è giocata una delle due partite della seconda tornata del girone B del mondiale, quello comprendente Inghilterra, Iran, Galles e Stati Uniti. Un girone che dal punto di vista puramente calcistico dovrebbe regalare poche sorprese e che anche dal punto di vista tecnico prevede una grande favorita – L’Inghilterra – ed una sfida per il secondo posto tra USA e Galles. Questo mondiale ha già dimostrato dalla prima giornata che le chiare favorite non esistono e che sul campo si deve portare rispetto per qualsiasi avversario, anche per quello che alla prima giornata ne ha presi 6 dall’Inghilterra.

Iran
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Ecco che oggi è successo il miracolo sportivo, che la squadra sfavorita ha sfoderato una prestazione di grande livello ed ha sconfitto il più quotato Galles con un netto 2-0. Un’impresa sportiva che ha indotto Gigi Buffon a celebrare quanto fatto dai calciatori in campo scrivendo su Twitter: “Verrete ricordati per il vostro coraggio. La vittoria di oggi è un segno di speranza e forza per tutti quelli che oggi stanno lottando per la libertà nel vostro Paese. Per molte persone siete degli eroi, lo siete per me, ad esempio”.

Una presa di posizione che ha scatenato un vespaio sul social, con decine se non centinaia di utenti che hanno criticato l’ex portiere della Nazionale azzurra. Gli utenti ritengono infatti che i calciatori, scegliendo di partecipare alla competizione e anche di cantare l’inno, abbiano offeso la gente che soffre e preso le posizioni del regime autoritario. Gran parte della popolazione, dunque, non si rispecchia in questa nazionale e non ritiene che li rappresenti, come chi risponde a Buffon: “Sono iraniano, ma questi non sono i calciatori della squadra della nostra gente, mentre le persone vengono uccise per strada loro gioiscono per ogni rete segnata, cantano l’inno della Repubblica islamica. A loro non interessa della gente che soffre. Noi non siamo felici se questa squadra vince”.

Le feroci polemiche su Buffon per la frase che ha offeso milioni di iraniani: il dramma politico e sociale del Paese mediorientale

Buffon criticato su Twitter
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L’Iran ha fatto il proprio debutto in questo mondiale accompagnato da feroci critiche per via della situazione politica che c’è in questo momento. Dopo l’uccisione di Masha Amini, ragazza di 22 anni uccisa in carcere dopo essere stata arrestata per non aver rispettato il codice di abbigliamento islamico, nel Paese sono partite proteste feroci, capitanate dai gruppi di attivisti per i diritti delle donne. La repressione di queste proteste è stata talmente violenta da spingere gran parte della popolazione a scendere in piazza e richiedere con veemenza la destituzione dell’attuale regime. La richiesta è quella dell’istituzione di un governo democratico e completamente laico, in cui i precetti del Corano, specie quelli più desueti e ingiustamente punitivi – in particolar modo per le donne – vengano definitivamente cancellati dalle leggi dello Stato.

Le proteste in piazza sono state talmente violente da diventare una specie di guerra civile tra gli abitanti ed il regime, il quale si fa scudo con azioni di repressione militare. I dati emersi da varie fonti indicano la morte di centinaia di civili e l’arresto di migliaia di persone (i numeri variano in base alla fonte e non è possibile stabilirli con assoluta certezza). Data la situazione, sono stati in molti coloro i quali avevano chiesto alla FIFA di escludere l’Iran dalla competizione. Una disposizione del tutto simile a quella applicata alla Russia per le competizioni internazionali dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Il massimo organismo politico del calcio, però, ha deciso diversamente e questo ha fatto sì che la questione iraniana entrasse politicamente e simbolicamente anche in questo Mondiale.

Proteste Iran Durante la prima partita della competizione, i calciatori dell’Iran si sono rifiutati di cantare l’inno nazionale per rispetto di Masha Amini, ma anche delle tante vittime che continuano a bagnare di sangue le strade del loro Paese ogni giorno. Una presa di posizione che non è piaciuta al Regime, il quale ha obbligato i calciatori a cantare l’inno durante le prossime partite che giocheranno. Oggi infatti abbiamo assistito ai calciatori che cantavano, ma anche alla tensione palpabile sul loro volto. Al contempo abbiamo anche visto i tifosi sugli spalti che piangevano e fischiavano l’inno e i calciatori in campo in segno di protesta. C’è stato anche chi ha esposto una maglia con sopra il nome di Masha con il numero 22 a memento dell’età in cui è stata ingiustamente uccisa. Sui social tantissimi hanno attaccato i calciatori iraniani, definendoli “uomini di regime”, accusandoli di aver smesso di rappresentare il popolo e di aver preso le parti del regime.

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