Siete pensionati e volete godere di vantaggi fiscali senza andare all’estero: c’è una soluzione incredibile e semplice che è alla portata di tutti gli italiani. Scopriamo insieme di cosa si tratta.
Dopo aver passato una vita intera in Italia e aver lavorato più di quarant’anni, si può sviluppare il desiderio di cambiare aria e di vivere in un luogo ed in un Paese differente. Questa voglia, a volte, è supportata dalla voglia di alleggerire la pressione fiscale che grava sui pensionati. Secondo le leggi in vigore, infatti, maggiore è la pensione che percepite, maggiore sarà la percentuale di Iva che dovrete pagare allo Stato. Per le pensioni che non superano i 15mila euro annui, la percentuale è del 23 %, mentre sale sino al 43% per i redditi superiori ai 50mila euro.
Dopo una vita di contributi versati, molti italiani ritengono sia ingiusto dover versare ulteriri somme anche da pensionati e per questa ragione ci sono persone che decidono di lasciare l’Italia per trasferirsi in un Paese estero in cui la pressione fiscale è meno gravosa. Per alcuni non ci sono problemi di gap linguistico o culturale da superare, anzi la diversità è un incentivo ulteriore per cambiare aria, per altri le differenze potrebbero essere difficili da digerire e dunque il trasferimento un problema che supera quello della pressione fiscale elevata che c’è nel nostro Paese.
Per queste persone potrebbe esserci una soluzione, trasferirsi per 10 anni a San Marino facendo richiesta di Residenza Atipica per Pensionati. Il piccolo Paese europeo, sito all’interno dell’Emilia- Romagna, permette il trasferimento ai cittadini italiani, svizzeri e appartenenti all’Unione Europea senza problemi, tuttavia per accettare delle domande pone dei requisiti base che vanno rispettati: una pensione annua di almeno 50.000 euro o un patrimonio mobile di 300.000 euro, un terzo del quale dev’essere trasferito nelle banche di San Marino. Inoltre non sarà permesso a queste persone di produrre reddito sul suolo dello Stato e i richiedenti non devono aver risieduto mai a San Marino.
Residenza Atipica per pensionati a San Marino: tutto ciò che dovete sapere
Come avrete compreso dai requisiti base, la residenza atipica per pensionati è rivolta ad una piccola fascia della popolazione italiana ed europea. Per raggiungere una pensione annua da 50.000 euro, infatti, bisogna aver fatto un lavoro dirigenziale di alto livello oppure un imprenditore in pensione che ha messo da parte un bel gruzzolo per la vecchiaia. Qualora comunque doveste soddisfare i requisiti richiesti, per ottenere la residenza bisognerà presentare un’apposita domanda di espatrio al Dipartimento Affari esteri corredata da documento d’identità e corrispondere un diritto erariale di 1.000 euro per sostenere i costi di valutazione della richiesta.
Tra gli allegati richiesti c’è pure da inserire: un contratto preliminare o la promessa di acquisto di fabbricati o di affitto preliminare sottoposto all’accettazione della domanda; Certificato di residenza, certificato penale generale e certificato che attesti l’assenza di carichi giudiziari pendenti; Una dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà nel quale vengono indicate le residenze degli ultimi anni e in cui si attesta l’assenza di condanne penali o condanne pendenti; una documenta atta a dimostrare che il richiedente e la sua famiglia hanno le risorse sufficienti per mantenersi ed una atta a dimostrare che parte del patrimonio posseduto sia stato spostato in una banca della Repubblica di San Marino.
Una volta presentata tutta la documentazione e conclusa la valutazione, i cittadini riceveranno la possibilità di risiedere a San Marino per dieci anni. Durante questo periodo di tempo la tassazione italiana viene annullata e i soggetti dovranno pagare semplicemente un 6% di imposta sostitutiva dovuta al Paese d’origine. Una percentuale che si abbassa addirittura al 3% per coloro i quali hanno una pensione annua pari o superiore ai 100.000 euro. Il periodo di permanenza nella Repubblica di San Marino è rinnovabile allo scadere dei primi dieci anni se c’è la dimostrazione che l’imposta sostitutiva dovuta è stata pagata regolarmente nel corso di questi 10 anni.
