The Terminal, il film ispirato ad una storia vera: vive 18 anni in aeroporto, ma finisce in tragedia

Una serata da trascorrere in compagnia con la visione del film The Terminal in onda su Rete4 giovedì 8 dicembre: lo sapevate che è ispirata ad una storia vera?

Il protagonista assoluto è il celebre attore Tom Hanks nei panni di Viktor Navorski, un uomo bloccato in aeroporto per motivi burocratici che gli impediscono sia di uscire fuori sia di ripartire verso casa. Una storia profondamente cambiata rispetto a quella vera da cui ha preso ispirazione. Il film “The Terminal” risale al 2004 con la regia di Steven Spielberg, che ha magistralmente preso spunto da una storia realmente accaduta rendendola un film indimenticabile.

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Tom Hanks in The terminal – Parolibero.it

La celebre pellicola del 2004 parla della storia di Viktor Navorski, interpretato da Tom Hanks, un uomo che arriva direttamente dall’immaginaria terra di Cracosia. Una volta sbarcato all’aeroporto di New York, John F. Kennedy scopre improvvisamente che non ha più il passaporto valido. A sorpresa, inoltre, nel suo Paese è scoppiata anche la guerra civile ed è costretto così a rimanere nel terminal dell’aeroporto non potendo nè tornare a casa nè entrare negli Stati Uniti.  Successivamente gli viene sequestrato sia il passaporto che il biglietto aereo e questo lo fa diventare di fatto apolide.

La sua dimora diventa così l’aeroporto dove vive giorno e notte. Il suo antagonista è il capo della sicurezza Frank Dixon (Stanley Tucci) che nutre una grande frustrazione per non poter risolvere una situazione per la quale non può farci praticamente nulla. In aeroporto Viktor fa amicizia un po’ con tutti i dipendenti e conosce un’assistente di volo di nome Amelia Warren, interpretata da Catherine Zeta Jones, che corteggia presentandosi a lei come imprenditore edile. Successivamente cerca di guadagnarsi anche da vivere venendo pagato sotto banco come appaltatore aeroportuale. Dopo nove mesi del suo arrivo in aeroporto, viene a sapere da alcuni amici che la guerra in Cracosia è finita. L’uomo riesce anche a baciare la stessa Amelia, che aveva accettato il suo invito a cena in una stanza che aveva preso in gestione nello stesso Terminal.

The Terminal, la storia vera con 18 anni in aeroporto

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the terminal film Google – Parolibero.it

La trama del film prende spunto dalla storia vera di Mehran Karimi Nasseri, che ha vissuto al Terminal 1 dell’Aeroporto Internazionale Charles de Gaulle di Parigi tra il 1988 e il 2006. L’uomo era nato a Masjed Soleiman in Iran nel 1943 e decise di volare nel Regno Unito nel 1973 per studiare all’Università di Bradford. Da giovane, inoltre, ha svelato di aver partecipato come studente anche alle proteste contro Shah Reza Pahlavi. Così una volta tornato in Iran nel 1977, lo stesso uomo fu imprigionato e poi esiliato per la sua attività contro il Governo dell’epoca. Subito protese per chiedere l’asilo politico fuori dai confini iraniani, ma non fu così facile visto che non riuscì ad ottenerlo per quattro anni. Soltanto nel 1981 ufficialmente l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati gli riconobbe questo status di rifugiato in Belgio. Così cercò in tutti i modi di avere una cittadinanza in Europa visto che rivelò anche di avere la madre di origine britannica: dopo aver vissuto in Belgio per diverso tempo, Mehran Karimi Nasseri optò per volare nel Regno Unito. Improvvisamente, mentre stava volando verso Londra dall’aeroporto di Parigi, dovette fermarsi visto che rivelò che i documenti da rifugiato gli furono rubati su un treno a Parigi.  Arrivò ad Heathrow a Londra venendo rimandato immediatamente in Francia, dove fu arrestato dalla polizia che lo rilasciò imponendogli però l’obbligo di non lasciare l’aeroporto.

The Terminal, la brutta fine di Mehran Karimi Nasseri

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the terminal Google – Parolibero.it

Senza documenti iniziò a vivere al Terminal 1 dell’Aeroporto Internazionale Charles de Gaulle di Parigi. Avendo tanto tempo libero, si concentrò nella lettura studiando anche economia: inoltre, ha potuto raccontare la sua vita di quei lunghi giorni in un diario di circa mille pagine. La sua casa era diventata di fatto l’aeroporto. Qui si prendeva cura del proprio corpo anche nei bagni pubblici. I dipendenti lo vedevano ormai come una sorta di mascotte dandogli anche del cibo da mangiare. Alla fine nel 2006 Mehran Karimi Nasseri fu ricoverato in ospedale per un disturbo mai conosciuto prima, ma poi, una volta rilasciato, fu trasferito in un hotel a Parigi ma volle tornare a tutti i costi in quella che era diventata la sua ‘vera’ dimora. La notizia della sua morte la diede direttamente il New York Times: “Nasseri, che aveva circa 70 anni, è morto d’infarto al Terminal 2F verso mezzogiorno”.

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