Moltissime persone tendono a scomparire all’interno del proprio flusso di pensieri, perdendo il contatto con la realtà. Scopriamo insieme come controllare e prevenire il problema.
Nella società contemporanea la psicologia ha riscontrato una tendenza generale all’overthinking (pensare troppo), problematica che accomuna la maggior parte degli individui. Si tratta sostanzialmente di una forma di ossessione che ci porta all’interno di un circolo vizioso, caratterizzato il più delle volte da rimugino e ruminazione. La possibilità di rimanere connessi con il mondo costantemente – per non parlare poi dell’eccessiva quantità di input ricevuti dall’esterno – ci impediscono di ritrovare effettivamente l’equilibrio e ci conducono verso un percorso particolarmente pericoloso.
L’overthinking è dannoso per la nostra salute, in quanto produce malessere e soprattutto comporta la manifestazione di stress, ansia e angoscia. Appare come un fenomeno imprevedibile e soprattutto incontrollato: si parte da un qualsiasi evento negativo che contempla la ricerca di una soluzione. Il processo fallimentare secondo cui il soggetto non riesce effettivamente a ritrovare la propria armonia, conduce la persona verso l’overthinking. In questo caso, il soggetto si illude di attuare un processo di problem solving, quando in realtà si trova semplicemente inghiottito dai suoi pensieri. E’ possibile contrastare tale dinamica mentale? La risposta è sì.