Vivere in città, non solo lati negativi: i benefici psicologici che non conoscevi

Vivere in città aumenta il rischio di depressione, ansia e psicosi, ma porta anche benefici per la salute mentale, parola di esperto.  

Oltre la metà della popolazione mondiale – 4,2 miliardi di persone – vive nelle città. Si prevede che questo numero aumenterà, con il 68% della popolazione mondiale che vivrà nelle aree urbane entro il 2050. Gli effetti dannosi della vita urbana sulla salute fisica sono noti da tempo, comprese le percentuali più elevate di malattie cardiovascolari e respiratorie.

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La vita urbana può avere effetti negativi sulla salute mentale, ma questa è solo una parte della storia. (Parolibero.it)

Più recente, tuttavia, è la rivelazione che la vita urbana può anche avere effetti negativi sulla salute mentale. Il rischio di sviluppare la depressione è del 20% più alto negli abitanti delle città rispetto a chi vive fuori città. Il rischio di sviluppare psicosi è più alto del 77%, e quello di sviluppare un disturbo d’ansia generalizzato del 21%. Fondamentalmente, più tempo si trascorre in un ambiente urbano durante l’infanzia e l’adolescenza, maggiore è il rischio di sviluppare malattie mentali in età adulta.

Il bello del vivere in città

Nel loro insieme, gli studi epidemiologici e neuroscientifici forniscono prove convergenti secondo le quali le persone che vivono nelle aree urbane sono maggiormente a rischio per quel che riguarda i problemi di salute mentale. Quali fattori specifici all’interno dell’ambiente urbano aumentano il rischio di sviluppare tali problemi? Ridotto accesso agli spazi verdi, alti livelli di inquinamento acustico e atmosferico, solitudine, criminalità percepita e reale, disuguaglianze sociali. È importante riconoscere che questi fattori non sono elementi intrinseci né inevitabili della vita urbana, bensì il risultato di una cattiva pianificazione, progettazione e gestione e potrebbero essere azzerati. Il che ci porta alla domanda successiva: la vita urbana potrebbe far bene alla nostra salute mentale?

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Trasferirsi in città può essere il primo passo verso la realizzazione delle proprie potenzialità. (Parolibero.it)

L’abitare urbano è un fenomeno complesso, contraddittorio e di difficile definizione. L’incidenza della depressione all’interno delle aree urbane è inferiore quando le persone hanno accesso ad alloggi di alta qualità e spazi verdi. In secondo luogo, è noto che la salute in generale (e la salute mentale in particolare) dipende sia dalla natura che dall’educazione. Ad esempio, le nuove evidenze dell’epigenetica, che esamina come l’ambiente influenzi l’espressione dei nostri geni, suggeriscono che l’impatto della vita urbana dipende dal nostro corredo genetico preesistente.

In terzo luogo, per molte persone la vita urbana può portare grandi benefici alla salute mentale attraverso maggiori opportunità di istruzione, occupazione, socializzazione e accesso a cure specialistiche. Trasferirsi in una città può essere il primo passo verso la realizzazione del proprio pieno potenziale, e una condizione necessaria per accedere a comunità con interessi e valori affini. In definitiva, le città offrono una serie di ostacoli e opportunità che possono sfidarci e nutrirci, spesso allo stesso tempo.

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