Reddito di cittadinanza, meno 200 euro ad adulto: gli effetti della nuova riforma

Il reddito di cittadinanza è uno degli argomenti più controversi negli ultimi anni. Il sussidio dopo il Governo Conte, non è stato completamente abolito ma ha subito dei cambiamenti. In agosto c’è addirittura chi potrebbe perderlo per sempre. 

Reddito di cittadinanza
Reddito di cittadinanza

Da agosto, una circolare Inps, ha comunicato che gran parte delle persone perderanno il reddito di cittadinanza. Quindi ci saranno dei grandi tagli dell’assegno, nato come sussidio per chi versava in condizioni economiche critiche o per chi era senza lavoro.

Non avranno più il reddito le famiglie nelle quali non ci sono minori, disabili o over 60. Inoltre non avranno diritto al reddito, i ragazzi tra i 18 e i 29 anni che fanno parte di famiglie con il Reddito di cittadinanza e che non hanno completato i dieci anni di istruzione obbligatoria e hanno lasciato la scuola prima dei 16 anni.

Stop al reddito di cittadinanza anche per chi rifiuta la prima offerta congrua di lavoro, ovvero dopo il rifiuto della prima offerta di lavoro. La misura – come previsto dalla Legge di Bilancio – scade per tutti a fine 2023, mentre dal 2024 entreranno in vigore nuove regole. Chi sta per perdere il Reddito di cittadinanza a luglio deve prontamente inviare la domanda di Assegno unico universale.

Chi perderà il reddito di cittadinanza
Chi perderà il reddito di cittadinanza

L’Assegno unico spetta in alcuni casi anche ai maggiorenni, purché non abbiano compiuto i 21 anni di età. E se fino a oggi questi hanno ricevuto l’Assegno unico in automatico in quanto integrato nel Reddito di cittadinanza (ma con la decurtazione della quota già compresa nel sostegno familiare), una volta che questo verrà meno bisognerà presentarne apposita domanda entro la scadenza fissata dall’Inps.

Reddito di cittadinanza: meno 200 euro dal 2024

Con il passaggio all’Assegno di inclusione, molte famiglie rischiano di perdere fino a 200 euro al mese per ogni componente maggiorenne. Gli over 18, infatti, verranno considerati nel parametro di scala di equivalenza solo se hanno un impedimento oggettivo che gli impedisce di lavorare.

Con il passaggio all’Assegno di inclusione il parametro di scala di equivalenza, visto che nessuno soddisfa le condizioni per non essere ritenuti occupabili, sarà pari a 1 (anziché 1,8) e di conseguenza il limite di reddito da non superare scende a 6.000 euro. 

Stop al reddito di cittadinanza
Stop al reddito di cittadinanza

Facendo un esempio concreto vediamo come una famiglia sempre composta da tre maggiorenni, tutti occupabili, ma con reddito pari a zero. Per questa l’Assegno di inclusione spetterà comunque, ma d’importo notevolmente ridotto: non più 900 euro al mese, bensì 500 euro. Per una perdita, quindi, di 200 euro per ogni componente maggiorenne.

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