Annunci di lavoro: con l’abolizione di RDC tornano quelli da schiavitù | Davvero indecenti

Ora che gran parte dei percettori non ricevono più il Reddito di cittadinanza, tornano le proposte di lavoro “indecenti”.

Anche ad agosto molti saluteranno per sempre il Reddito di cittadinanza. Abolito il sussidio, tornano a comparire nel mondo del lavoro, già difficile di suo, annunci a dir poco scandalosi. Vediamo insieme cosa sta succedendo.

Fine del Reddito di cittadinanza
Addio al Reddito di cittadinanza – Parolibero.it

A luglio ben 169.000 nuclei familiari hanno perso il Reddito di cittadinanza e ad agosto altrettante famiglie dovranno dire addio al sussidio nato nel 2019 per volere del Movimento Cinque Stelle.  Come da promessa fatta in campagna elettorale, il premier Giorgia Meloni ha abolito il Reddito ritenuto inefficace a creare nuova occupazione.

Continueranno a ricevere l’aiuto statale fino a dicembre solo quei nuclei familiari in cui sia presente almeno un minore, un disabile oppure una persona con almeno 60 anni di età.  Queste tre categorie, infatti, sono ritenute “non occupabili ” e a partire da gennaio 2024, se saranno in linea con i nuovi requisiti reddituali, riceveranno l’Assegno di inclusione.

Quest’ultimo sussidio avrà la stessa durata e lo stesso importo del Reddito di cittadinanza: 500 euro al mese più eventuali 280 per chi vive in affitto, erogato per 18 mesi e rinnovabile per altri 12. Per chi invece sta cercando lavoro, le cose non stanno andando affatto bene.

Fine del Reddito di cittadinanza e ritorno delle proposte “indecenti”

Molti imprenditori, per anni, hanno lamentato il fatto di non riuscire a trovare personale per colpa del Reddito di cittadinanza. Ora che il sussidio non c’è più, però, non ci sono più neanche proposte di lavoro con stipendi alti. Anzi: alcuni annunci sembrano davvero indecenti.

Reddito di cittadinanza e proposte di lavoro
Annunci di lavoro da schiavitù – Parolibero.it

Chi ha perso il Reddito di cittadinanza e non è stato preso in carico dai servizi sociali, ora ha due strade: cercarsi autonomamente un lavoro oppure sottoscrivere il Patto per le politiche sociali presso un Centro per l’impiego e seguire un corso di formazione finalizzato al reinserimento nel mondo del lavoro. Chi sceglierà questa seconda strada riceverà per 12 mesi un’indennità di 350 euro al mese, il cosiddetto Supporto alla formazione e al lavoro.

Però c’è da dire che 350 euro al mese sono davvero pochi. Dunque molti si sono messi alla ricerca di un lavoro. A Napoli un uomo ha trovato il seguente annuncio: 1000 euro al mese per lavorare 6 giorni a settimana per 12 ore al giorno. A parte che far lavorare i dipendenti 12 ore al giorno non è legale in Italia, ma poi, facendo due calcoli, la paga sarebbe di 3 euro l’ora. Un terzo del salario minimo proposto al Governo dal Movimento Cinque Stelle.

Questo annuncio induce a una riflessione urgente. Va da sé che per vivere è necessario lavorare. Ma lo sfruttamento dei lavoratori non è ammissibile e non deve mai e poi mai essere giustificato. C’è un secondo problema: come hanno fatto notare i Centri per l’impiego, chi ha perso il Reddito di cittadinanza, quasi sempre, non è qualificato, non ha nemmeno un diploma ed è fuori da diversi anni dal mondo del lavoro. Dunque ricollocare queste persone diventa sempre più difficile.

 

 

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