Food Delivery, la crescita del mercato era solo una bolla: qual è il destino dei rider?

Lavoratori spesso protetti da pochissimi diritti e sfruttati senza ritegno, i rider stanno vivendo settimane complesse: ecco la situazione

Quando sono nate le prime applicazioni per food delivery, tutto il mondo è esploso di entusiasmo per la comodità e l’intelligenza di questi servizi. Semplicemente aprendo l’applicazione sullo smartphone e attivando la geolocalizzazione, si può ordinare cibo o qualsiasi cosa di cui si abbia bisogno, scegliere l’orario e la posizione in cui riceverla e attendere la consegna. Con l’andare del tempo, però, sono iniziati a nascere i primi problemi e oggi la situazione è molto delicata.

Il futuro incerto dei rider: ecco la situazione
Il futuro incerto dei rider: ecco la situazione in Italia tra chiusure e proteste (Parolibero.it)

Soprattutto dall’emergenza sanitaria della pandemia in poi, i colossi del food delivery sono infatti stati messi letteralmente in ginocchio. I costi sono notevolmente aumentati e i ricavi, così come i clienti, sono diminuiti. Dall’altro lato, poi, sono molti i lavoratori che chiedono più diritti, soprattutto perché molti denunciano di lavorare senza contratto e di mettere ogni giorno in pericolo la propria vita. Ecco però qual è la situazione di chi svolge questo lavoro in Italia.

Food Delivery, è crisi: che fine faranno i rider

L’avevano annunciato ed è diventata realtà: Uber Eats lascia l’Italia in modo definitivo. I dipendenti sono quindi stati tutti licenziati e i rider sono rimasti senza lavoro. La data ufficiale è il 15 luglio, sebbene già da prima si sentisse nell’aria questa decisione, da parte del colosso americano. “Non siamo cresciuti in linea con le nostre aspettative per garantire un business sostenibile nel lungo periodo” hanno spiegato i vertici dell’azienda che, quindi, in Italia continueranno a lavorare solo nel settore della mobilità.

Il futuro incerto dei rider: ecco la situazione
Ecco la situazione in Italia tra chiusure e proteste dei rider (Parolibero.it)

Solo nella città di Roma sono circa 400 le persone che restano senza lavoro e, essendo molte di loro partite IVA o collaboratori occasionali, non possono neanche beneficiare degli ammortizzatori sociali. Le organizzazioni sindacali protestano per questa decisione, che in realtà si inserisce in un più ampio contesto di crisi del Food Delivery, all’interno della quale i sindacati insistono nel chiedere al governo misure adeguate per proteggere i rider in caso di cessata attività.

Secondo gli esperti del settore, il problema è che il mercato del Food Delivery è ormai saturo e, senza un’adeguata regolamentazione dei contratti di lavoro, saranno sempre di più le persone che rimarranno a casa. A livello mondiale la situazione è analoga: secondo il Financial Times, il taglio dei lavoratori delle piattaforme è stimato al 15% nei prossimi mesi. Gli ordini sono infatti in calo e le commissioni elevate delle app spingono sempre più ristoranti a organizzare le consegne in proprio, rinunciando quindi a questi servizi: la crisi di settore è iniziata.

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