Nuove regole sul fronte di lavoro e stipendi? Cosa potrebbe succedere da settembre in poi in vista della Manovra Finanziaria
Quello che stiamo attraversando è un periodo caldo sul fronte dei cambiamenti che interessano il mondo del lavoro e, conseguentemente. Sul tavolo ci sono temi roventi come le imposte e gli stipendi dei lavoratori. Il motivo è legato alla Manovra Finanziaria di prossima definizione che potrebbe includere novità e modifiche radicali.
![Lavoro e tasse: i sei interventi previsti](https://www.parolibero.it/wp-content/uploads/2023/09/lavoro-e-stipendi_14092023_parolibero.jpg)
Ci sono però sei interventi specifici già previsti in manovra e che potrebbero essere attuati con un apposito decreto già nel corso del mese di settembre e che vanno analizzati uno ad uno, perché sono davvero importanti per quel che riguarda il mondo dei lavoratori dipendenti.
Lavoro e stipendi a settembre: le sei novità in arrivo
La prima novità è l’aumento del taglio del cuneo fiscale che consentirebbe, come già accaduto nel corso del 2023, di aumentare le buste paga dei lavoratori ancora per diversi mesi. Il governo sembrerebbe intenzionato a prorogare quanto stabilito a maggio con il Decreto Lavoro mantenendo al 7% e al 6% per redditi fino a 25mila e tra 25 e 35mila e usando quindi il taglio del cuneo per contrastare l’inflazione e per sostenere il potere di acquisto dei lavoratori.
![Taglio cuneo fiscale e detassazione tredicesima, le novità](https://www.parolibero.it/wp-content/uploads/2023/09/tasse_14092023_parolibero.jpg)
Si parla molto anche di un intervento parallelo ovvero la detassazione della tredicesima, altro metodo per aumentare gli stipendi, riducendo le imposte da pagare. A dicembre si riceverebbe dunque una mensilità aggiuntiva più alta. Accanto ad questo intervento, l’esecutivo starebbe pensando ad una tassazione agevolata sui premi di produttività del 5% ma anche sul lavoro straordinario, nonché ad un’estensione dei fringe benefit.
Questo varrebbe per i lavoratori dipendenti con figli ma si sta valutando di allargare la misura a tutti. Meno probabile, al momento, anche se le cose potrebbero radicalmente cambiare, è l’introduzione di un salario minimo che farebbe fare un ulteriore balzo all’insù agli stipendi: se ne parla da mesi ed il governo non appare determinato a concretizzarlo pur avendo mostrato nelle ultime settimane le prime aperture.
Nel caso andrebbe definita la cifra oraria adeguata che potrebbe essere compresa tra 7,68 euro e 9 euro l’ora. Le altre novità faranno capo alla scomparsa definitiva del RdC. Ovvero il Supporto alla formazione e al lavoro per gli occupabili tra 18 e 59 anni, a patto di iniziare ricerca un’occupazione mediante il Centro per l’impiego. Il contributo spetta con un Isee inferiore a 6.000 euro. Ultima novità riguarda il lavoro domestico: l’intento è portare la soglia delle spese deducibili dagli attuali 1.549,37 a 3.000 euro.