Qual è la punizione per i reati commessi in gioventù? Non c’è solo il carcere minorile. Ecco quali sono le alternative.
Quando un giovane commette reato, quale punizione bisogna infliggergli? Sulla questione ci sono diverse correnti di pensiero, quelle che spingono verso la detenzione e quelle che invece suggeriscono strumenti alternativi di correzione.
Al compimento dei 14 anni i minorenni possono finire in carcere in caso di condanna definitiva con responsabilità penale. Sotto questa età le conseguenze per aver commesso un reato ci saranno solo se il giudice reputerà l’accusato socialmente pericoloso e lo obbligherà a scontare una misura di sicurezza come può essere il collocamento in comunità o in libertà vigilata.
La punizione dipenderà in ogni caso dalla gravità del reato, dal rischio di recidiva e dal pentimento o meno dimostrato dal minore che ha commesso il crimine. Il dibattito sulle misure da utilizzare per riportare il giovane sulla retta via è aperto e si è acceso ulteriormente in queste settimane, dopo gli ultimi accadimenti di violenza sessuale perpetrata proprio da minorenni. Punizione esemplare o pacca sulle spalle? Ad ognuno la sua opinione secondo propria coscienza, ma vediamo quali sono le alternative al carcere minorile.
Secondo la legge, sopra i 14 anni l’imputabilità è presunta fino a prova contraria e i minorenni imputabili possono essere sottoposti ad un processo penale, se hanno la capacità accertata di intendere e volere. Al pari dei maggiorenni anche i minorenni possono finire in carcere seppur con qualche differenza.
Hanno diritto ad una riduzione della pena e scontano la condanna in un istituto penale minorile. Per essere spediti in carcere, però, il reato dovrà essere molto grave. Qualora il crimine fosse più “leggero” esistono alternative previste dalla legge:
In caso di condanna definitiva, invece, le alternative per evitare di andare in carcere sono le seguenti: