Sissy Trovato Mazza non si è suicidata, spunta verità atroce: il dolore tremendo del padre

Il 1° novembre 2016, nell’ospedale di Venezia, un colpo di pistola spezzava la vita della giovane agente di Polizia Penitenziaria, poi spentasi dopo una lunga agonia. Ecco l’ultimo retroscena. 

Lo scorso settembre è stata respinta la terza richiesta di archiviazione delle indagini sul caso di Sissy Trovato Mazza. Resta da capire chi, Bibbia alla mano, abbia premuto quel grilletto… A riportare la drammatica vicenda sotto i riflettori è stato oggi Chi l’ha visto, che a margine del post scrive qualcosa di molto importante.

La verità tutta da scrivere sul caso Sissy Trovato Mazza

“Mia figlia non si è suicidata, voglio che si sappia la verità”, annota il papà della piccola. “L’#1novembre 2016, nell’ospedale di #Venezia, un colpo di pistola spezzava la vita della giovane agente di Polizia Penitenziaria, spentasi dopo una lunga agonia. A settembre respinta la terza richiesta di archiviazione delle indagini. Ebbene, chi ha premuto il grilletto?

“Povera ragazza❤️ chissà cosa hanno voluto nascondere con la sua morte” commenta un altro fan. E un’altra subito azzarda: “Qualche collega che non voleva che parlasse”. E ancora: “Quello che hanno fatto con Emanuele Scieri … la stessa cosa sicuramente….chissà cosa dovevano coprire ….”. Quindi ancora messaggi di solidarietà e conforto ai familiari: “Povera ragazza!!!!! spero che questi genitori abbiano giustizia!!!❤️❤️❤️❤️ “, “Sissy non si è suicidata …era la vita in persona 😢”, “Nessuno merita di finire la propria vita così, specialmente Sissy, una persona talmente speciale e corretta che evidentemente ha fatto tremare la terra sotto ai piedi” a qualcuno.

Le indagini sulla morte della ragazza andranno avanti, come stabilito dal giudice delle indagini preliminari di Venezia, che ha respinto per la terza volta la richiesta di archiviazione presentata dal pubblico ministero. Tutte ancora da chiarire però le circostanze in cui Mazza è stata ferita: il suo corpo, con un colpo di pistola in testa, venne ritrovato nell’ascensore dell’ospedale civile di Venezia, dove si trovava in servizio esterno per controllare le condizioni di una detenuta che aveva partorito da poco. Dopo tre anni in coma, la morte nel gennaio 2019 a ventotto anni. Idem l’inchiesta, che ha sempre oscillato tra due ipotesi: suicidio o tentato omicidio.

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