Servizi digitali, addio allo Spid: l’annuncio appena arrivato, cosa dobbiamo fare ora

Dopo il boom di adesioni al servizio durante la pandemia, principalmente per l’accesso alle piattaforme di bonus e agevolazioni, lo Spid potrebbe andare in pensione: ecco con cosa si sta pensando di sostituirlo.  

Fino a poco tempo fa solo a sentirlo pronunciare lo Spid incuteva paura e soggezione, ma oggi, forte di qualcosa come 33 milioni di identità digitali registrate, lo si può considerare a tutti gli effetti un successo della pubblica amministrazione digitale italiana. Il boom del sistema di autenticazione per accedere in modo semplice e sicuro a tutti i siti della PA Digitale si è avuto durante la pandemia: merito soprattutto dei diversi bonus elargiti per usufruire dei quali era necessario possederlo. Ma ora la musica cambia…

spid sostituito cie
Spid – Fonte AnsaFoto (Parolibero.it)

Dallo Spid alla Cie

A lanciare il sasso nello stagno è stato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’innovazione tecnologica, Alessio Butti (FdI), secondo il quale lo Spid non è che un doppione della carta di identità elettronica. “Dobbiamo cominciare a spegnere lo Spid e a promuovere la carta d’ identità elettronica come unica identità digitale – ha dichiarato lo scorso weekend a margine di un convegno -. Cerchiamo di spegnere gradualmente lo Spid, che raccoglie una serie di identità digitali e facilitare l’azione delle nostre imprese e dei cittadini con la Pubblica Amministrazione”.

Non hanno tardato a reagire Matteo Renzi e Marianna Madia, che all’epoca dell’introduzione dello Spid erano rispettivamente Premier e ministra per la Pa: “Dopo l’indecoroso balletto sul Pos e la scelta miope di cancellare 18app, ora il governo prova a spegnere Spid. Perché Meloni ha così paura dell’innovazione? Si tratta di un’innovazione del nostro governo, che ci invidiano da altri Paesi, su cui siamo arrivati per una volta primi. Il governo torni indietro, si fermi prima di fare un’altra brutta figura: diciamo basta alle scelte contro i cittadini. Viva la modernità e l’innovazione”.

Carta identità elettronica sostituisce spid
Carta d’identità elettronica – Fonte AnsaFoto (Parolibero.it)

Certo è che gli oltre 30 milioni di carte d’identità elettroniche nelle mani dei cittadini offrono un sistema di autenticazione che è più sicuro (ma anche più complesso) dello Spid. Inoltre, dopo che Apple ha liberato le api per accedere ai dati del lettore NFC, è stata rilasciata l’app CieID per iOS che può leggere la card appoggiandola sul retro del telefono. Ma soprattutto è stata introdotta una modalità di accesso ibrido via PC che usa lo smartphone, sia iOS che Android, per leggere un QRCode ed entrare.

Morale: la CIE sarebbe una soluzione bell’e pronta, sicura, senza appoggio da parte di terzi come invece succede per lo Spid. Il problema se mai è un altro: quando viene elaborata la carta di identità elettronica l’utente entra in possesso anche del pin e del puk, in due momenti diversi: durante la richiesta del documento presso gli uffici comunali e sul foglio di accompagnamento a cui è attaccata la CIE, all’interno della busta sigillata che il cittadino riceve a casa o ritira al Comune. Si tratta di due codici indispensabili per accedere tramite CIE, ma su 31 milioni di possessori di una carta di identità elettronica, in tanti, troppi non si ricordano più dove li hanno messi.

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